Borselli

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Borselli, piccola frazione del comune di Pelago che cela una storia molto affascinante ed antica, tutta da scopire

Il toponimo di Borselli (Pelago, Fi) ha origini incerte.

Secondo la tradizione popolare sembrerebbe derivare da “borsello” piccola borsa in cui vengono custodi i soldi che in epoche passate veniva rubato ai viandanti che passavano da Tòsina e dall’attuale Borselli, per raggiungere il Casentino, dai briganti che abitavano le selve del Pratomagno e del Gualdo.
Il continuo rubare di questi borselli, finì per dare nome a questa località, quasi come monito ai viandanti che qui vi passavano.
Borselli nel medioevo rappresentava l’ultimo avamposto abitato di una certa rilevanza prima che la strada si dirigesse verso il crinale casentinese; questa era una e vera e propria terra di nessuno (quod quasi dici potest Comune Florentie non ha bere vel possidere) abitata per questo da rinnegati e briganti. Probabilmente a quei tempi il borgo era costituito da una torre di guardia e una piccola osteria, collegate fra di loro da un arco in pietra tuttora presente.
Fin dalla antichità, su impianto delle strade Romane, Borselli costituiva un “valico” della strada che da Pelago, passando per Ferrano, arrivava nella valle di Tòsina per poi proseguire verso Castelnuovo ed in fine in Casentino sulla antica viabilità etrusca e poi Romana.
Il 6 Giugno 1289 Borselli fu invasa dal grandissimo esercito dei Guelfi i quali si accamparono fra Tòsina e Borselli prima di proseguire verso la piana di Campaldino in Casentino, dove fu combattuta l’omonima battaglia contro i Ghibellini Aretini.
In seguito alla sconfitta dei Ghibellini Aretini con la Battaglia di Campaldino, il territorio che ci circonda entrò a far parte della Repubblica fiorentina.

Vista l’importanza strategica di questa zona, che divideva la Val di Sieve dal Casentino
Nel 1329 Firenze aveva deliberato la costruzione presso Borselli della “Terra Nuova” una nuova città fortificata con una torre tanto alta da poter comunicare con Firenze stessa, per avvertire di eventuali incursioni provenienti dal territorio aretino, e per soppiantare Pelago come mercato di scambio merci.

Tale progetto vide l’edificazione delle fondamenta di tale Terra Nova, sotto il nome si Castrum Petri , ma Firenze non completò mai l’opera forse per mancanza di risorse economiche.

A partire dal 1787 data di prima strutturazione della attuale viabilità della Consuma, ad opera dei Fiorentini, Borselli costituì un importante punto di “posta” e cambio cavalli.
Già dal 1513 per volere di Papa Leone X (figlio quartogenito di Lorenzo de’ Medici) divenne una “commenda” affidata all’ Arcivescovato fiorentino, commenda unita poi al Monastero degli Angioli di Firenze (dell’Ordine Camaldolese) nel 1579 commenda costituita da una Osteria.